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Sant’Andrea: la spinta della fede

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La Corsa di Sant’Andrea, ad Amalfi, non è soltanto la rivelazione della profonda fede del popolo amalfitano verso il suo Santo protettore. È uno dei riti ‘aggiunti’ alla pratica religiosa: è un’ostentazione, la prova di forza finale del grande popolo, dei discendenti dei padroni dei mari nell’Alto Medioevo, che onorano il loro Protettore. Quella ‘spinta’ in più della devozione popolare, prima che il busto argenteo del primo degli Apostoli chiamati da Gesù faccia ritorno nel suo tempio, tra i più affascinanti al mondo.

Le origini di questa pratica sembrano essere recenti e risalenti al secondo dopoguerra perché il severo Monsignor Ercolano Marini, che fu arcivescovo fino al 1945, non avrebbe mai consentito una forma di devozione così poco “ortodossa”.

 

Un appuntamento che richiama nel comune capofila della Costiera numerosi fedeli oltre che curiosi turisti, consacrato dalla scena del film La macchina ammazzacattivi di Roberto Rossellini  Una fatica immane ma ben tollerata dai portatori, che affrontano le sessantadue gradinate di Piazza Duomo con fede e determinazione. A supportarli i fedeli, che sorreggono gli ammantati di porpora nello sforzo finale al grido di “Forza Sant’Andrea”, a mo’ di tifo da stadio della folla trepidante, che man mano guadagna la vetta grazie a quella formidabile spinta di fede.

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